Il gelato artigianale made in Italy è alla conquista dei palati canadesi, e a grandi passi si avvicina all’ice cream, affermando qualità e freschezza. Il dolce freddo per eccellenza non è certo sconosciuto ai canadesi, ma quello che gli anglofoni chiamano ice cream e di cui i nordamericani sono tra i più golosi consumatori, non ha nulla a che vedere con il gelato fresco artigianale.
In Nord America il mercato è in costante crescita, con potenzialità enormi che le aziende più strutturate stanno coltivando da tempo e con le iniziative promozionali, in particolare Gelato World Tour e Gelato Festival, che alimentano l’interesse dei consumatori.
Segnale interessante per l’internazionalizzazione delle gelaterie arriva dalle insegne estere, in aumento negli ultimi 18 mesi a livello globale. Tra macchine per la produzione e vetrine frigo, il 75% della produzione italiana di tecnologie professionali per le gelaterie esce dal Paese.
“Ora quello che occorre è una promozione strutturata e sostenuta che parte dall’Ice e arriva alle aziende, passando per le Camere di Commercio“, ha recentemente affermato Roberto Leardini, presidente del Gruppo Prodotti per gelato di Unione Italiana Food. Il settore ha ricevuto una spinta importante dagli incentivi per Industria 4.0, ma l’intera filiera registra un periodo in cui, tra il 2019 e il 2020, in media, le perdite calcolate sono tra il 30 e il 35% della produzione. Il sentiment per la prima metà del 2021 è positivo e ci si attende un rimbalzo a due cifre .
Ulteriore analisi per visionare il balzo svolto in termini di internazionalizzazione dell’intera filiera del gelato è dato dalle conversioni tra iscrizioni a corsi di specializzazione professionale e nuove aperture commerciali. Le ragioni di questo balzo sono da ricercarsi in costi più accessibili dei corsi online, una grande offerta di corsi in inglese, il superamento della difficoltà di ottenere un visto per entrare in Italia e l’abbassamento dei costi nel sostenere le spese di viaggio. Da registrare il dinamismo espresso da marchi come l’americana, con solide radici italiane, Gelato Go, e poi le italiane Venchi e La Romana.
Sono segnali importanti per il made in Italy perché, dalle analisi degli esperti, per ogni apertura di un punto vendita all’estero, vengono registrate su base decennale un effetto trascinamento di oltre 500 mila euro tra macchinari, vetrine, attrezzature e ingredienti per le filiere del gelato.